. . . "Eh, trojka, uccello trojka, chi ti ha inventato? Certo potevi nascere soltanto da un popolo audace, in una terra che non ama scherzare, ma piatta e uguale si distende su mezzo mondo, e va' un po' a contare le verste, finché non ti si confonda la vista!" . . .
" E anche tu, Rus', non voli forse come una rapida trojka irraggiungibile? La strada fuma sotto di te, strepitano i ponti, tutto viene superato e rimane indietro. Si ferma l'osservatore, colpito dal miracolo divino: non sei forse un fulmine scagliato dal cielo? Che significa questa corsa che incute terrore? E quale forza ignota è racchiusa in questi cavalli ignoti al mondo? Dite, ci sono forse turbini nelle vostre criniere? Un orecchio acuto freme forse in ogni vostra fibra? Avete sentito giungeredall'alto la nota canzone, insieme e di colpo avete teso il petto bronzeo, e quasi senza toccare terra con gli zoccoli vi siete trasformati in linee rette, volanti per l'aria, e tutta la trojka galoppa, ispirata da Dio!... Rus', dove corri mai? Dammi una risposta. No, non dà risposta. Il sonaglio tintinna con note meravigliose; l'aria lacerata ulula e diviene vento; vola via ogni cosa sulla terra, e guardando di sbieco si scansano e le cedono il passo gli altri popoli e le altre nazioni" . . .

( Nikolaj Gogol'  "Le anime morte", 1841 )

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