Cosa sono kolyadki e perché le ragazze lanciano valenki per strada?

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Altra usanza del Natale ortodosso è Kolyadovanie (Колядование), quando il gruppetto di adulti e bambini travestiti, ma a volte anche no, la sera di Vigilia vanno per le case cantando le canzoncine (dette “kolyadki”) a tema per esempio dei divertimenti invernali oppure dell'ospitalità dei padroni; in cambio da questi ricevevano qualcosa. Prima della Rivoluzione davano pane, salame, piroghi (torte salate), dolci; questo secondo il detto russo "più dai agli ospiti, più ricco sarai dopo tu e la tua famiglia".

 
Adesso vanno a cantare i kolyadki soprattutto i bambini. Ricordo quando vivevo ancora a Mosca e il 6 di gennaio i bambini suonavano alle porte e ricevevano i dolci. Alcuni adulti per scherzo lo fanno anche al giorno d’oggi. Mio papà per esempio è originario della Bielorussia, e mi ha raccontato che là a quelli che vengono con kolyadki vengono date piccole offerte in denaro. Tutto questo nel suo romanzo “La notte prima di Natale” è stato raccontato benissimo dallo scrittore russo Nikolaj Gogol’.

Ancora una curiosità che appartiene al Natale ortodosso è Sviatki, che significa “giorni santi”. È il periodo dal 6 gennaio (Vigilia/Socel’nik) fino al 21 gennaio, quando il mondo ortodosso festeggia l’Epifania (Kreschenie). Sviatki come nessun altro periodo dell’anno è molto ricco di  riti magici e sortilegi. L’ultimo aveva due temi principali: il primo è sul raccolto dell’anno che arriva, il secondo sul destino proprio e della famiglia. Soprattutto tantissime giovani ragazze non sposate praticavano questo rito magico per scoprire il futuro marito. 

 
Per fare questa lettura del futuro si usava di tutto: i valenki (lanciati per strada, si guardava la punta delle scarpe, che indicava da che parte sarebbe arrivato il futuro fidanzato), lo specchio (il tempo migliore per praticarlo è mezzanotte), bruciare un filo, una cerimonia con ago e anello, l'abbaiare del cane, la cera di candela e tanto altro.

   Tutto quello che vi ho raccontato è parte delle ricchissime tradizioni del mio paese, che dopo la Rivoluzione furono perse. Adesso per fortuna la gente comincia a ricordare le proprie radici. C’è sempre più gente che segue la Quaresima, va in chiesa, aspetta il Natale e cucina anche i piatti tradizionali natalizi. Ce ne sono anche che vanno a cantare kolyadki e che fanno le predizioni. Purtroppo quando ero piccola io non potevo partecipare a tutto questo, e le tradizioni le scoprivo dai libri che leggevamo a scuola nelle lezioni di letteratura russa. Ho avuto però la fortuna di partecipare a questa Festività, una decina di anni fa, in un piccolo paesino della Bielorussia, dove è nato mio papà e dove vivevano i miei nonni paterni. Per fortuna là, tra le casette di legno della campagna nella regione di Brest, le tradizioni sono rimaste sempre vive e vivono ancora adesso. Ricordo, come se fosse stato ieri, il 6 di gennaio con quella atmosfera e magia di attesa che non avevo mai visto e sentito prima.  La zia e alcuni parenti che seguivano la quaresima si preparavano per la messa notturna, cucinavano lo socivo e altri piatti a base di verdura. Quella tavola apparecchiata con la tovaglia in lino grezzo, e la felicità dell'attesa. E ricordo il giorno di Natale. La messa nella chiesetta in legno del piccolo paesino dove vivevano i nonni.  Dopo la messa il pranzo di Natale, già con carne e pesce sul tavolo, nella casetta di mio nonno, che conserva ancora il suo angolino con le bellissime icone. E quando si fa la sera e dalle piccole finestre si vede il buio, qualcuno bussa alla porta e una valanga di ragazzetti viene a cantare kolyadki, in cambio di qualche soldino!



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