The mood . . . Achmatova

. . . Domani sarà un mattino
di serenità.
La vita è splendida,
sii saggio, cuore . . .
(1911)


In qualsiasi città del mondo esistono dei posti che rappresentano la storia della stessa città; luoghi senza i quali le città non sarebbero mai state quelle che sono adesso.
I musei, gli eleganti palazzi, i giardini nelle residenze degli Zar, le maestose fontane di Peterhof –ogni giorno continuano a rappresentare la storia di una delle città più belle al mondo: San Pietroburgo. La cosiddetta “Capitale nordica”, la città da quella volta che mi prese per mano non mi ha più lasciata andare e mi è rimasta sempre nel cuore.
Non vi racconterò dell’Ermitage e neanche di Carskoe selo, che naturalmente sono importantissimi per la storia e cultura del mio paese. Vi parlerò invece di un appartamento in un “kommunalka”(коммуналка) nel pieno centro di San Pietroburgo, in via Prospettiva Liteyniy (Litejnij prospekt/Литейный проспект), dove visse uno dei poeti più grandi del Secolo d’argento della letteratura russa: Anna Achmatova (Анна Ахматова).
Anna Andreevna Achmatova (nata Gorenko). Spesso mi domando se la Achmatova che conosco dalle sue poesie e dalla sua biografia sarebbe mai diventata Anna Achmatova se avesse vissuto in qualche altra città diversa da Piter. La poeta (poeta, non poetessa. Alla Achmatova non piaceva che la chiamassero poetessa) nacque in una piccola città vicino ad Odessa, abitò in seguito a Parigi, Kiev e Mosca, dove infine morì. In effetti tracorse la maggior parte della sua vita a Leningrado, e quando pensava ad un fiume pensava sicuramente alla Neva. Il suo stile rispecchiava lo stile di vivere di un vero pietroburghese. “Come Puskin, Gogol’ e Dostoevskij, io appartengo a Piter” amava dire la Poeta. Lei era legata con tutta sua anima alla capitale nordica e non pensava neanche minimamente a lasciarla.
Quando sarete a San Pietroburgo, tra le corse da un museo all’altro, ricavate un po’ di tempo, basterebbero due ore, e andate là, dove la Poeta viveva, dove suo figlio fu arrestato e portato via e dove lei bruciava i fogli con il suo “Requiem”. L’appartamento della Achmatova (kommunalka), il quale custodisce ancora tutti suoi oggetti e soprattutto dove si respira ancora l’aria di San Pietroburgo di una volta.
 Passeggiando per Liteyniy alla vostra sinistra vi imbatterete nell’arco e subito dopo vedrete il ritratto della poeta, sicuramente recente e disegnato da qualche giovane pittore di street art. Imboccando l’arco vi troverete davanti a un parco, un parco qualsiasi, ma non solo per Anna Andreevna. Alla cassa acquistate il biglietto e mi raccomando prendete l’audio guida (esiste anche in italiano), la cui voce contribuisce a creare l’atmosfera misteriosa e più adeguata.
 Ed ecco siete entrati e state davanti alla scala che vi porterà in quel mondo di una volta, in un mondo pieno di felicità e paure di arresti, mondo di speranze e di addii. La scala è il cosiddetto confine, la linea che divide l’interno fastoso e ricco della nobiltà dell’epoca passata e l’interno vetusto di un kommunalka dell’inizio di XX secolo. Avete fatto la scala, sì proprio quella scala che faceva Lei, la Achmatova, che percorsero quelli venuti ad arrestare il suo unico figlio. Ed ecco finalmente avete attraversato la soglia e vi trovate in un altro mondo, nella Storia di Leningrado e dei poeti del secolo passato. 
 Percorrete l’infilata da una camera all’altra e cominciate a capire come era la vita di una volta, la vita di un’autrice che adesso è famosissimo e molto amato in tutto il mondo. Ad un certo punto vi troverete nella stanza di Anna Andreevna, in quella stanza c’è una finestra e fuori c’è un acero, quell’acero che faceva compagnia alla Achmatova nei lunghi giorni di attesa e nelle notti insonni. “La cosa più bella nella mia stanza è l’acero dietro la finestra” scrisse una volta Anna Achmatova. 
 In una delle stanze vedrete la scrivania della poeta dove scrisse il suo famoso “Requiem”. Il periodo 1938-1940 furono gli anni più fecondi ma anche i più pericolosi. Lidia Chukovksaya (poetessa, scrittrice), amica di Anna Andreevna, leggeva i fogli con gli schizzi del poema, li imparava a memoria e dopo li bruciava. Solo cosi gli addetti del regime non poterono trovare alcun manoscritto e di conseguenza confiscarlo per distruggerlo.
 Il pavimento in legno che scricchiola ad ogni passo (anch’esso può raccontarci davvero tanto), i visitatori muti che guardano le finestre della kommunalka che danno sul parco. Chissà cosa pensano . . . forse dentro di sé recitano una delle poesie della grande Poeta imparata a memoria ancora a scuola oppure stanno meditando sulla paura e la forza che erano sempre a fianco di Anna Achmatova oppure guardano soltanto la pioggia che la fa sempre da padrona nella bellissima San Pietroburgo.
Dopo aver finito il vostro percorso, vicino alla porta prima di uscire, troverete una signora anziana ben vestita e con l’acconciatura perfetta che a prima vista potrebbe sembrarvi un po’ severa. Questa signora ha una passione infinita per il suo lavoro di custode di questo luogo-museo ed è sempre pronta a raccontarvi della vita della Achmatova e a recitare qualche sua poesia. Ho girato tantissimi posti in Europa e visitato parecchi musei, ma vi assicuro solo a San Pietroburgo ho trovato i custodi dei musei così innamorati del loro lavoro, soprattutto le signore.
Sono stata a San Pietroburgo a giugno di quest’anno nel bel periodo delle notti bianche e ho programmato appositamente questa visita. Lo volevo vedere io per prima e mi sarebbe piaciuto mostrarlo a mio marito per fargli capire cos’è la Leningrado di quei tempi. Il destino ha voluto che noi andassimo in questo posto in un giorno grigio quando pioveva e tirava un vento forte. Forse anche tutte queste circostanze hanno influenzato il modo in cui abbiamo vissuto la visita e, di conseguenza, quello cha abbimo portato via dentro il nostro cuore; una San Pietroburgo diversa.
 Ed ecco… siamo usciti dalla casa, dal parco e dall’arco e siamo di nuovo nel centro rumoroso della capitale nordica, ma noi non siamo più gli stessi di prima di conoscere questa kommunalka. Qualcosa è cambiato dentro di noi e si ha voglia di stare un po’ senza parlare, a pensare un po’ alla vita terribile della Grande Poeta. E forse anche ringraziarla perche lei non si è arresa, continuando a combattere e scrivere, consentendoci adesso di leggere le sue bellissime poesie in così tante lingue. 




INFORMAZIONI. Museo Anna Achmatova in Fontany Dom. Indirizzo: via Prospettiva Liteyniy,53 (stazione della metropolitana Mayakovskaya, linea verde N°3). Una volta usciti dalla metropolitana proseguire lungo la Prospettiva Nevskij (Невский проспект) fino all’incrocio con la Prospettiva Liteyniy. All’incrocio girate a destra, prendete il lato sinistra della Prospettiva e proseguite sempre dritto fino all’arco che vi porta verso il museo. Orari: martedì, giovedì – domenica dalle 10:30 alle 18:30; mercoledì dalle 12:30 alle 20:00; lunedì  - chiuso. Il prezzo del biglietto è 120 rubli. Vi consiglio vivamente di prendere l’audio guida, c’è anche in italiano.




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