La memoria dell'Assedio



Nel post precedente vi ho raccontato sull’Assedio, la testimonianza dell’inimmaginabile forza umana e del profondissimo amore verso la propria città e la Patria. 
 Spesso qui in Italia dopo aver raccontato sull’assedio oppure dopo aver mostrato delle foto fatte nel museo dedicato all’Assedio (le vedrete qui giù) tanti amici italiani mi chiedono: “Ma perché i cittadini non sono arresi? Che senso aveva fare tutti questi sacrifici?" Soprattutto per il cittadino sovietico non poteva esistere neanche la parole “arrendersi”. Leningrado, il cui nome deriva dal leader comunista Lenin e che fu la culla della rivoluzione, doveva essere salvata a tutti costi, anche pagando un prezzo così alto come le vita di centinaia di migliaia di persone. La gente era davvero educata in quel modo, e non poteva a nessun costo lasciare al nemico la propria Patria comunista.
Il capitolo di questa terribile guerra (che noi russi chiamiamo la Grande Guerra Patriotica), rappresentato dalla storia dell’Assedio di Leningrado, cominciò ad interessarmi ancora dai banchi di scuola, quando avevo 15 anni. Infatti il mio esame della Storia fu proprio una ricerca sull’Assedio.

Tutto è partito da una pagina del libro di storia russa, dove per la prima volta ho visto la foto di una bambina e sotto la sua tragica storia. Questa bambina si chiamava Tanya Savicheva e quando le truppe naziste hanno chiuso l’anello dell’Assedio lei aveva appena 11 anni. Il suo diario diventò il diario più terribile della Guerra mai scritto (vi assicuro che ne restano centinaia di scritti solo dagli abitanti dalla città di Leningrado, soprattutto dai bambini di età scolastica). Proprio il suo piccolo diario, formato da sole nove pagine di un block note, è diventato l’immagine iconica  della Guerra e delle sue vittime. Pensate che questo piccolo diario fu anche portato al processo di Norimberga, come testimonianza della crudeltà disumana dei nazisti contro il popolo russo. Tanya aveva vissuto a Leningrado, nella zona chiamata l’isola Vasil’evskij, insieme a mamma, nonna, fratello e sorella. Ma un giorno di dicembre, la sorella non tornò a casa dal lavoro, la attesero fino a tarda sera, ma invano. Fu allora che Tanya tirò fuori dalla scrivania della sorella scomparsa questa agendina. La prima riga, scritta con la matita, fu proprio sulla morte della sorella maggiore. Man mano che scomparivano i parenti, Tanya scriveva solo il nome,  il giorno e l’ora della scomparsa. Questo fino al giorno in cui è venuta a mancare sua mamma e la bambina rimase da sola nella città assediata. Poco dopo Tanya venne evacuata, ma purtroppo non riuscì a sopravvivere perché il 1° luglio 1944 mori di tubercolosi.

Ecco il suo diario che rispecchio tutto la crudeltà e il terrore della Guerra:

1.     Zhenya è morta il 28 dicembre 1941 alle 12:30

2.     La nonna è morta il 25 gennaio 1942 alle 15

3.     Leka è morto il 17 marzo 1942 alle 5

4.     Zio Vasya è morto il 13 aprile 1942 alle 2

5.     Zio Lesha è morto il 10 maggio 1942 alle 16

6.     Mamma è morta il 13 maggio 1942 alle 7:30

7.     I Savichev sono morti

8.     Tutti sono morti

9.     Tanya è rimasta sola

 
La bambina visse nel condominio numero 13 della seconda linea dell’Isola Vasil’evskij. Adesso sul condominio c’è una tavola commemorativa. Nei tempi sovietici era un posto obbligatorio dove accompagnare i turisti, si mostravano le sette finestre del piano terra e si raccontava la storia di Tanya. Vicino si trova la scuola N°35  dove, ormai senza forze per la mancanza del cibo, andava Tanya. Adesso nella classe dove studiava Tanya esiste un museo dedicato alla sua figura. Ogni gennaio si svolge un’escursione.
      Come arrivarci: Scuola N°35. Indirizzo: via  Kadetskaya Liniya (Vasilievskij Ostrov), 3 (stazione della metropolitana Vaseleostrovskaya, linea verde N°3). Una volta usciti dalla metropolitana girate a destra e proseguite lungo Srednij Prospekt, fino all’incrocio con la Prima linea di Vasilievskij Ostrov. All’incrocio girate a destra e andate fino alla scuola.
Un altro posto molto importante per la storia russa è il museo dell’Assedio.


Tipica stanza in una kommunalka di quei tempi


 Sulla foto sopra si vede la tavola apparecchiata in qualche modo con le tazze con il "tè" dentro. Il tè era però solo acqua bollita.






Si trova nel pieno centro, tra i palazzi sfarzosi, a pochi passi dal bellissimo Giardino d’estate. È il posto che conserva la memoria, la storia di ogni famiglia. Non è assolutamente un museo enorme, è abbastanza piccolo, ma bisogna andarci almeno una volta per capire come la gente comune, cittadini della bellissima capitale nordica, sopravviveva, combatteva e viveva in qualche maniera, aspettando durante le lunghissime notti buie d’inverno la liberazione finale. Ciò avvenne nel gennaio del 1944. Mai giorno fu così atteso. La gente, quella poca rimasta in vita, sentendo un rumore fortissimo era corsa fuori dalle abitazioni per vedere con propri occhi quei fuochi d’artificio che annunciarono che l’anello dell’assedio era rotto. Trovate un po’ di tempo per visitare questo posto.  
 Il modello di camion che lavorò durante tutto il periodo dell'Assedio sulla Strada della vita (Doroga zhizni), cioè sul Lago Ladoga ghiacciato (Ladozhskoe Ozero). Proprio su questi camion venivano portati i prodotti dalla Grande Terra e, nel viaggio di ritono, evacuate le persone da salvare.

Sinfonia n.7 di Dmitrij Shostakovich fu scritta nel 1941, ed eseguita per la prima volta il 5 maggio del 1942.


Come arrivarci: Museo dell’Assedio. Indirizzo: via Solyanoy Pereulok 9 (stazione della metropolitana Chernyshevskaya, linea rossa N°1). Una volta usciti dalla metropolitana girate a sinistra e andate fino all’incrocio. All’incrocio prendete la via Kirochnaya e andate lungo questa via fino alla Prospettiva Litejnij. Una volta arrivati alla Prospettiva, girate a sinistra e proseguite fino all’incrocio con  la via Pestelya. Prendetela e andate lungo questa via fino all’incrocio con Solyanoy Pereulok, prendete la via Solyanoy Pereulok e andate fino al museo. È una bellissima occasione per una passeggiata e scoprire questa bellissima parte del centro cittadino. Orari: lunedì, giovedì -  domenica dalle 10 alle 18, martedì – chiuso, mercoledì – dalle 12:30 alle 20:30. Il prezzo del biglietto è 250 rubli.





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