Elisaveta Fedorovna. Da principessa a Santa ortodossa.
«Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
(Vangelo Secondo Luca, 23.34)
Elisaveta Fedorovna, sorella maggiore dell'ultima zarina russa, è un personaggio poco conosciuto all'estero, ma molto importante per la storia russa e la Chiesa ortodossa.
Nasce il Primo novembre del 1864, da un'antica nobile famiglia, in Germania. Alla nascita le fu dato il nome Elisabeth Alexandra Luise Alix. In famiglia veniva chiamata "Ella" (Элла). Nonostante l'appartenenza ad una nobile e ricca famiglia, la bambina cresce in condizioni molto modeste. Fin da piccolo le insegnano ad essere umile e ad aiutare il proprio prossimo.Porterà queste lezioni lungo tutta la sua vita, che finirà da martire.
Il suo futuro marito, Sergej Aleksandrovich Romanov, granduca di Russia e zio di Nicola II, lo vede per la prima volta da piccola, quando visita la Germania. Man mano che arriva il momento del matrimonio per tutti e due, a Sergej muore la sua amatissima mamma. Proprio nel carattere di Elisabetta lui trova qualcosa che rispecchia quello di sua madre.
Le nozze vennero celebrate il 15 giugno 1884 presso la cappella del Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo. Diviene dunque granduchessa Elisaveta. Qui vorrei far notare una particolarità. Secondo le regole della Chiesa ortodossa solo futura zarina, nel caso appartenesse ad un'altra religione, per forza avrebbe dovuto convertirsi alla Fede ortodossa. Per gli altri membri della famiglia imperiale russa questa regola non esisteva. Così Ella non fu obbligata a diventare ortodossa e potè mantenere la sua fede.
I due, dopo il matrimonio, si recarono nella tenuta Il'inskoe (Ильинское), a pochi chilometri da Mosca. Luogo meraviglioso, circondato dalla bellissima natura russa, oasi di pace e "piccolo paradiso" come lo chiamava Elisaveta Fedorovna. Là Ella rimane sempre accanto al suo amato marito, studia il russo e comincia ad approfondire alcuni aspetti della religione ortodossa.
Vista su Il'inskoe (Ильинское) |
Sergej Aleksandrovih e Elisaveta Fedorovna hanno fatto tanto per il mondo dei contadini russi e per la Russia in generale. Ad Il'inskoe costruiscono un roddom, cioè oun spedale apposta per partorire, in modo che le contadine potessero partorire in condizioni comode e igieniche. Dopo venne costruito il nido, dove tenevano i neonati, finché le loro mamme lavoravano in campi. La sorte del destino volle, che Sergej ed Elisaveta non abbiano avuto figli propri. Finanziarono sempre la costruzione e il restauro delle chiese ortodosse in Russia.
Il tempo passava e sempre di più Elisaveta Fedorovna sentiva il desiderio profondo di cambiare la propria fede. Prima di lasciare il luteranesimo scrive al padre: "...e adesso, caro papà, Le vorrei dire qualcosa, e La supplico di concedermi la Sua benedizione. Avrà notato ancora prima, che ammirazione nutro verso la religione ortodossa...Essendo in questo paese da più di sei anni, io pensavo, e pensavo molto profondamente, e avevo capito che aver ritrovato la fede. Ho il desiderio fortissimo di diventare parte di questa religione proprio nel giorno di Pasqua". Ma lei non trova comprensione né da parte del padre, né da quella della sorella.
Nonostante tutto, 13 aprile 1891, sabato alla vigilia del Verbnoe Voskresen'e (domenica delle Palme), Elisaveta Fedorovna diventa ortodossa. È immensamente felice che adesso finalmente appartiene anche alla religione dell'amata Russia e del suo marito.
Nel 1891 Segej Aleksandrovich diventa il Governatore generale di Mosca. Marito e moglie si trasferiscono nel centro della città.
18 febbraio 1905. In questo giorno il marito amatissimo fu ucciso da una bomba gettata nella sua carrozza. L'assassino fu Ivan Kaliaev, membro della Partito Combattente Socialista-Rivoluzionario.
Al terzo giorno dopo l'avvenimento, Elisaveta Fedorovna si reca nella prigione, dall'assassino di marito. A condizione che questa sua visita rimanga segreta. La accompagnano nella sua cella. "....Quando lui l'ha vista...ha chiesto: "Chi è Lei?" - "Sono la vedova, - ha risposto lei. - Perché l'aveva ucciso?" - " Non volevo uccidere Lei, -ha detto. - L'ho visto parecchie volte quando avevo con me la bomba pronta, ma Lei era sempre a suo fianco, e non ho osato a lanciarla". - "Ma Lei non ha capito, che insieme a lui ha ucciso anche me? - ha risposto Elisaveta Fedorovna...". Dopo la Duchessa ha detto che l'aveva perdonato e prima di andarsene, lascia a Kaliaev il Vangelo e una piccola icona.
Nel giorno dell'omicidio del marito, per la Duchessa finisce la sua vita mondana. Lei vende tutti gioielli e vestiti, passa sempre più giorni nella preghiera e nelle chiese. Con i soldi che lei riceve dalla vendita dei gioielli compra una tenuta con 4 palazzi e un grande grande, in via Bol'shaaya Ordinka (nel pieno centro di Mosca). Là, nel 1901, apre il Convento delle Sante Marta e Maria. Qui esistevano una scuola, un rifugio per bisognosi, un ospedale ed una farmacia.
1905. La Rivoluzione serpeggia per il paese facendo passi da gigante. Nel 1916, Elisaveta ebbe il suo ultimo incontro con la sorella, la zarina Alessandra Fedorovna, a Carskoe selo (San Pietroburgo).
Nel 1918, al terzo giorno della Pasqua. Elisaveta Fedorovna fu arrestata e portata via dal Convento. Prima fu esiliata a Perm, e dopo a Ekaterinburg, si unì ad altri prigionieri: il Granduca Sergej Michailovich, i Principi Ivan Konstantinovich, Konstantin Konstantinovich, Igor Konstantinovich e Vladimir Palej; Varvara, una suora del convento.
Il 20 maggio 1918, i prigionieri furono tutti portati ad Alapaevsk, dove vengono ospitati nella Scuola Napolnaya alla periferia della città.
18 luglio 1918 la Duchessa fu fucilata insieme ad altri detenuti.
Elisaveta fu canonizzata dalla Chiesa Ortodossa fuori dalla Russia nel 1981 e nel 1992 dal Patriarcato di Mosca come Santa martire Elisaveta Feodorovna.
Immagini dei fucilati ad Alapaevsk. |
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