San Pietroburgo che ricorda Nicola II. Fortezza di Pietro e Paolo
San Pietroburgo può raccontare la storia dell’ultimo
zar e di tutti i suoi parenti. Purtroppo questa storia non può vantarsi di un
lieto fine, anzi. Proprio da San Pietroburgo la famiglia di Nikolaj Vtoroj
(Nicola II) parte per il suo ultimo viaggio verso la vita eterna.
Qui vi racconto i
posti che conservano ancora adesso ricordi della Russia zarista. Allora
cominciamo il viaggio nel passato dalla Fortezza di Pietro e Paolo.
FORTEZZA DI PIETRO E PAOLO
L’Isola delle Lepri e la Fortezza di Pietro e Paolo,
proprio qui comincia la storia di San Pietroburgo. Ma allo stesso modo
per la terribile ironia della sorte sempre qui accadono le vicende più
buie della storia russa. La fortezza di Pietro
e Paolo è la cittadella di San Pietroburgo. La posa della prima pietra avvenne
il 27 maggio del 1703 sull'Isola delle Lepri, sul fiume Neva. La pietra
contiene la scritta: «Nell'anno di grazia 1703, la città di San Pietroburgo fu
costruita dallo zar e granduca Pëtr Alekseevič, imperatore di tutte le Russie».
Proprio questo giorno della posa della prima pietra è la data quando di
fondazione della città, nel quale ormai da più di 300 anni festeggia il suo
compleanno, ogni 27 maggio.
Sul
territorio della Fortezza si trovano la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il
mausoleo di granduchi, il museo storico e il bastione Trubetskoj.
CATTEDRALE DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Quello che stupisce appena entrati nella
cattedrale è il suo addobbo e la bellezza. Il marmo, il diaspro e le altre
pietre preziose furono usati per addobbarlo. La cattedrale ospita i resti di
quasi tutti i sovrani russi:
da Pietro il Grande fino a Nicola II. Proprio qui nel 1998 finalmente hanno
trovato la pace Nikolaj Vtoroj (Nicola II), sua moglie Aleksandra Fedorovna e i
loro figli. Sempre qui vicino alla famiglia reale riposano quelli che a nessun
costo vollero lasciare lo Zar nei momenti più difficili e crudeli: il dottore
della famiglia, Botkin, e i domestici. Il 28 settembre 2006 fu sepolta la madre
di Nikolaj Vtoroj, imperatrice della Russia, Maria Fedorovna, che mori in
esilio in Danimarca nel 1928. Nel 2005 il governo danese e quello russo
giunsero ad un accordo per far tornare a San Pietroburgo la salma, in
ottemperanza al desiderio dell'imperatrice di essere sepolta vicino al marito.
Avvicinandomi alla stanza dove è sepolta la famiglia dello Zar, l’unica
domanda che mi veniva in mente: “Perché? Come la gente può essere cosi crudele
per fucilare la famiglia intera incluso i bambini? Lo Zar, abdicando, non
voleva niente tranne rimanere nel proprio paese e vivere con la propria
famiglia anche da contadino”.
IL MAUSOLEO DEI GRANDUCHI
Vicino alla Cattedrale si trova il
mausoleo (usipalnitza) dove venivano sepolti i parenti di sangue reale.
PRIGIONE DEL BASTIONE TRUBETSKOJ
Forse uno dei posti macabri che mi sia capitato di
visitare. Tra le pareti grigie e spoglie, nel freddo, l'umidità e il buio
accadevano gli eventi che hanno influenzato la storia russa. Qui morirono i
parenti di Nikolaj Vtoroj solo perché nelle loro vene scorreva il sangue reale.
I bolsheviki volevano eliminare ogni essere umano che avesse sangue "blu".
All'inizio la prigione venne costruita per gli
accusati di reati politici. Per loro le condizioni erano rigidissime: era
vietato avere dei libri, fumare, incontrare con parenti, anche ricevere
lettere. I loro letti dovevano avere un pezzo di feltro invece del materasso e
i cuscini invece di piuma dovevano essere imbottiti di fieno.
Dal dicembre del 1917 la prigione fece parte del
sistema delle prigioni di VCHK. Ufficialmente la prigione fu chiusa nel 1918,
ma continuò ad esistere di nascosto fino al 1921.
Tutto il terrore della prigione venne a conoscenza di
Anna Vyrubova, dama di compagnia e amica di Aleksandra Federovna. Quando
Nikolai Vtoroj aveva abdicato, i bolsheviki presero la Vyrubova e la portarono
nella fortezza di Pietro e Paolo. “Siamo entrati nei portoni della Fortezza
e più tardi ci siamo trovati davanti al Bastione. Ci hanno portate lungo i
corridoi infiniti. Dopo ci hanno spinte dentro la camera buia e l’hanno chiusa
a chiave. Dappertutto sul pavimento di pietra c’erano pozzanghere d’acqua,
l’acqua colava anche sulle pareti…solo buio e freddo. Sopra, nel soffitto,
c’era una piccola finestra che non faceva assolutamente entrare la luce né
l’aria. La camera sapeva di umido e odori insopportabili. La scrivania e il
letto, tutto in ferro, erano attaccati alla parte con i chiodi”, - ricorda
Vyrubova nei suoi diari.
Nel 1919 i prigionieri del Bastione erano anche i
principi Nikolaj Mikhailovich, Georgij Mikhailovich, Dmitrij Mikhailovich. E
anche Pavel Aleksandrovich, lo zio paterno di Nikolaj Vtoroj. Tutti i quattro
furono fucilati.
Pavel Aleksandrovich fu sposato con Olga Palej. Suo
marito era in prigione, il suo amato figlio, Sergej, in esilio in Alapaevsk.
Tutti e due ugualmente fucilati. Lei disperata e con una cattiva salute faceva
tutto il possibile e l'impossibile per liberare il suo marito dalla prigione.
Ma tutti suoi tentativi erano vani davanti alle “voglie” dei bol’sheviki.
Olga Palej scriverà nel suo libro: “Shuvalov ed io
con le valigie siamo saliti nella slitta e i cavalli sono partiti. Andavamo,
andavamo. Il freddo arrivava fino alle ossa. Quando attraversavamo la Neva, mi
ero girata per vedere l’ultima volta la Fortezza di Pietro e Paolo, nera e
terribile cittadella. Il mio cuore, mio grande amore è sepolto là. Ho pagato il
prezzo troppo alto per la mia felicità”.
MUSEO STORICO
ESPOSIZIONE “LA STORIA DI SAN PIETROBURGO e di
PETROGRAD. 1703 – 1918"
Questa
esposizione si trova nel Komendantskij dom (la casa dei comendanti) sul
territorio della Fortezza di Pietro e Paolo. Se volete scoprire la storia della
città a partire dalla posa della prima pietra fino alla Rivoluzione ve la
consiglio vivamente.
La prima parte
dell’esposizione è dedicata agli scavi archeologici e le cartine della città.
Sempre qui potete vedere anche gli schemi delle navi.
La seconda parte, che mi è
piaciuta di più, vi racconta come una volta si viveva nella capitale nordica:
le prime banche, mercati, negozi, teatri, vestiti dei nobili, i dettagli
dell’arredo, la vita quotidiana dei contadini, il primo cinema,- qui troverete
tutto questo.
Come arrivare alla Fortezza di Pietro e Paolo.
1. Se il tempo lo permette e volete fare una bella
passeggiata, allora potete andare a piedi. Una volta arrivati verso il
Giardino d’estate proseguite dritto e prendete il ponte Troitskiy.
Attraversatelo e vedrete davanti a voi la Fortezza.
2. In metropolitana. (stazione
della metropolitana Gor’kovskaya, linea azzurra N°2). Una volta usciti dalla metropolitana vedrete il parco,
attraversatelo e dopo vedrete il ponte Ioannovskij e dopo l’ingresso nella
Fortezza.
Una volta entrati dentro le
mura della fortezza alla vostra sinistra troverete la cassa. Alla cassa potete
scegliere voi che biglietto vada meglio perché ci sono tante combinazioni di
prezzi che variano il base degli obiettivi che volete visitare. Sempre qui
potete prendere l'audio guida, esiste anche in italiano. Una volta acquistato
il biglietto potete proseguire diritto il vostro percorso. Se volete uscire
fuori dalla Fortezza e dopo rientrare lo potete fare facilmente con il
biglietto già acquistato. C’è anche possibilità di salire sulle mura e vedere
la città dall’alto. Per farlo rivolgetevi alla cassa che si trova direttamente
vicino alle scale che portano su.
**CONSIGLI**
1. Anche se siete partiti dal vostro hotel ed il cielo
non aveva neanche una nuvola non fatevi ingannare dal tempo. SIETE A SAN
PIETROBURGO dove il tempo può cambiare ogni ora. Quindi prendete l'ombrello
oppure meglio un impermeabile in plastica. Se non l’avete portato dall’Italia
lo potete acquistare in qualsiasi libreria o dai venditori ambulanti.
2. Per fare un piccolo spuntino sul territorio della
Fortezza potete prendere il gelato russo. Vi assicuro che è molto buono; ci
sono anche bevande e acqua.
3. Per pranzare o cenare. Sull’isola a pochi passi dalla
Fortezza si trova il ristorante con la cucina locale che si chiama “Koryushka”.
Per saperme di più leggete il mio post dedicato ai ristoranti della città.
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